31/05/09

California XII – Prima Parte

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XII

L’Angelo e la Sirena

Prima Parte  

Siamo nel garage di Bob, e mentre lui carica la tavola da Surf -e una tenda da campeggio azzurra, con i relativi accessori- a bordo, io mi chiedo cosa penserebbe di me, se venisse a conoscenza della natura angelica, che occupa gran parte delle mie visioni di donna innamorata- anche se ai miei occhi, Bob è un Angelo da molto prima che capissi di essere innamorata di lui, ma questo e irrilevante.

Probabilmente, cercherebbe di smentire la mia quasi certezza, o si renderebbe conto di avere a che fare con una matta... ancora più di quanto crede!

Angel Bob, ha appena terminato di agganciare bene Carmilla sull’auto, e senza perdere tempo, facendosi fermare solo dagli stop dei semafori incrociati lungo la città, ha imboccato la A-way che porta fuori Los Angeles, in direzione nord, anticipandomi che il viaggio non sarà breve.

Da quanto ho capito, la spiaggia dalle onde perfette si trova esattamente a metà strada tra la Città degli Angeli e Frisco, in un punto imprecisato della California, che non è segnato neanche sulle mappe.

I viaggi lunghi non mi stancano, anzi, mi piacciono da morire. E farne uno con l’Angelo Rocker, di certo sarà un’altra –l’ennesima- esperienza da ricordare.

-Salvo imprevisti dovremmo essere lì nel tardo pomeriggio- spiega, dopo un paio d’ore d’autostrada.

Considerando la forte distanza che separa L.A. dalla spiaggia incantata, ci fermeremo in quel posto almeno un paio di giorni.

È successo tutto talmente in fretta, da non aver avuto nemmeno il tempo di preparare una borsa e un po’ di provviste.

Ma l’Angelo Surfer mi ha assicurato che prima di raggiungere la nostra meta, ci fermeremo in città per fare un po’ di scorta, alimentare almeno, perché in quanto all’abbigliamento, basterà solo qualche costume da bagno.

-Non vedo l’ora di poggiare la tavola sopra quell’acqua cristallina!- continua, mentre tamburella le dita sul volante, tenendo il ritmo della musica.

-Ma a proposito… Non avevi detto che da anni non assisti a una gara di Surf? Com’è possibile, se sei tu stesso un surfer?- Gli chiedo, ricordandomi di quello che aveva asserito la sera prima.

-Infatti, è cosìrisponde sorridendo, voltandosi verso di me, -Non gareggio, non mi servono premi che ipocritamente ti offrono fama, chiedendoti in cambio di dimenticare il perché hai scelto di sposare le onde… Io voglio solo salire sulla tavola, e sentirla vibrare sotto di me. Mi basta questo per essere in paradiso!

Dopo quest’esauriente spiegazione, non posso far altro che ammirare l’Angelo Surfer ancora di più… Non credo ci siano tante persone così disinteressate alla popolarità, almeno sul pianeta Terra!

Lo guardo e sorrido. Se esiste la perfezione, Bob ne è senz’altro la prova vivente, e penso ancora a quanto sia fortunata ad averlo incontrato, e ad essergli amica, a prescindere da quello che provo per lui.

Siamo usciti dalla A-Way da quasi un’ora, ormai, e abbiamo fatto gli acquisti programmati in partenza non appena siamo arrivati in centro.

Ora ci siamo rimessi in viaggio, imboccando una strada che sembra essere una statale, ma è praticamente deserta, ci sono  pochissimi veicoli che la percorrono, e praticamente, sono solo autoarticolati che trasportano materiale di vario genere, dagli alimentari, alle auto, passando per tutte le altre categorie che ci possono stare in mezzo.

Bob toglie gli occhiali da sole, lasciando scoperto il suo bellissimo sguardo da Angelo incantatore, e da questo deduco che siamo quasi arrivati a destinazione.

Continua…

Love Generation 01

30/05/09

California XI – Seconda Parte

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XI

Surfin’ USA

Seconda Parte

Bob si gira verso di me, e in risposta alla mia piccola confessione, abbassa gli occhiali da sole e ricambia lo sguardo, con un sorriso ancora più bello del solito, che parla al posto suo, e dice quanto sia felice di sentirsi dire certe cose da me.

-Da quanto tempo pratichi il Surf?gli chiedo, sperando di stemperare la magica tensione, che ci avvolge in una nube di emozioni.

-Lo pratico da sempre…- risponde, -ho cominciato prestissimo, è una mia passione! Che è cresciuta… lo ammetto, ok… è cresciuta ascoltando i Beach Boys!continua ridendo, -Come vedi il rock, fa parte della mia vita, e qualche volta, l’ha anche condizionata… in positivo- si affretta ad aggiungere, -sono venuto su a pane e reverberi Fender, io!- conclude, agitando le dita affusolate, che simulano accordi su una chitarra immaginaria: gesto che ormai mi è familiare, lo fa sempre quando ascolta una pezzo che lo “ispira” particolarmente.

Rido divertita. Adoro ascoltarlo quando mi parla di lui. Cioè, adoro ascoltarlo sempre, ma quando parla delle sue passioni, i suoi hobby, o qualsiasi altra cosa abbia caratterizzato la sua vita prima del mio arrivo, sono felice.

Bob non è il tipo che sbandiera gli affari suoi in giro, e se mi racconta la sua storia, significa che di me si fida. E questa fiducia che lui nutre nei miei confronti, mi rende fiera di essere ciò che sono.

Avere la stima di una persona come lui non è da tutti, ed è una di quelle poche cose di cui sono particolarmente orgogliosa.

-Allora, che dici?chiede, interrompendo i miei pensieri, -Andiamo a prendere Carmilla?conclude sorridendo.

-Chi?gli faccio io, guardandolo in modo strano, quasi spaventata all’idea di dover dividere lo spettacolo con qualcun'altra.

-La mia tavola, no?- risponde ricominciando a ridere, -Ma è possibile che devo dirti sempre tutto?- mi rimprovera scherzosamente.

-Ah! La tavola!rido io, sollevata dalla sua rivelazione, -E io che ne so…? Ma è possibile che tu dai i nomi a qualunque cosa ti appartenga?gli chiedo facendogli il verso.

-Certo che è possibile: lo faccio!- risponde lui -L’ho dato anche a te, un nome, l’hai dimenticato, Milady?- continua, ricordandomi il modo affettuoso in cui mi chiamava i primi tempi della nostra conoscenza.

E chi se lo dimentica! Non so cosa volesse dire asserendo quella cosa, ma voglio sperare l’abbia affermato per includermi tra le cose che gli appartengono.

Rido imbarazzata senza rispondere, scuotendo e abbassando la testa, per non incrociare il suo sguardo, nonostante entrambi abbiamo gli occhiali scuri.

-L’andiamo a prendere questa tavola... Milady?riprende, ripetendo la domanda e sorridendo, mentre mi guarda togliendo i Ray-Ban.

-E me lo chiedi?rispondo, facendo fatica a nascondere il mio stato emotivo, -Non vedo l’ora di vederti in acqua, mentre cavalchi quelle onde che toccano il cielo!gli dico fibrillante.

Eh no, tu non lo sai Bob. Non sai che se sei l’unico che riesce a toccare il cielo a cavallo di un’onda, c’è un perché… Ma io lo so… Tu sei un Angelo, e gli Angeli in cielo ci vivono. Il cielo è un posto che ti spetta di diritto.

Ma tu non puoi saperlo, non lo immagini nemmeno… Sei troppo impegnato a riempire la mia vita.

Ora comincia la nostra vera giornata, qui, sotto il sole della California, che illumina il cielo limpido sopra Città degli Angeli.

 

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29/05/09

California XI – Prima Parte

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XI

Surfin’ USA

Prima parte

Certe volte faccio veramente fatica a capire come funziona il cervello umano, e da cosa dipenda l’emotività delle persone!

C’è gente che quando è felice dorme tranquillamente, anche più del solito… al contrario di altri –me compresa- che non dormono per niente!

Il corpo, impregnato d’adrenalina dal midollo osseo all’epidermide, non sente la stanchezza, nemmeno nel corso della giornata che segue, ma l’insonnia rende la notte interminabile!

Sono trascorse appena 5 ore da quando ho salutato Bob davanti all’Ocean Pie, e sembra ne siano passate 20! E il pensiero che ne mancano ancora altre 4 prima dell’ora dell’appuntamento con l’Angelo, mi fa impazzire!

Mi devo rassegnare all’idea che Morfeo stanotte non varcherà la soglia di casa mia, e a distanza non può portarmi nel mondo dei sogni a trascorrere queste inesauribili quattro ore!

Mi conviene quindi occupare il tempo in qualche altro modo, invece di starmene a letto e guardare l’orologio ogni 5 minuti.

Mi alzo e metto su il caffè, accendo la tele, leggo qualcosa… ormai da Bob mi separano solo due ore, comincio a preparami, facendo una doccia che dura qualche minuto più di 60.

Finalmente sento il richiamo dell’Angelo -puntuale come sempre- col suono metallico del citofono, che fa da tramite alla sua melodica voce.

Corro subito da lui, salutandolo affettuosamente. In macchina già sono partite le favolose canzoni -esclusivamente rock- selezionate dal mio Angelo, che faranno da colonna sonora a questa -per me inedita- avventura.

Gli altoparlanti sono piazzati anche ai lati della vettura, per favorirne l’acustica: effettivamente la migliore che abbia mai sentito!

Dopo una mezz’ora o poco più di vento -invadente quanto piacevole- provocato dai finestrini abbassati, che ha accompagnato la musica facendo danzare i miei capelli -scompigliandoli notevolmente- davanti agli occhiali da sole, per tutto il tempo del breve viaggio, siamo giunti a Malibù.

Ma una volta arrivati alla spiaggia dove tra poco avrà luogo la gara di Surf,  non sono più così ansiosa di vederla. Quel posto è affollatissimo… ed i surfer sono circondati da altissime e biondissime ragazze in bikini, che molto probabilmente non lasceranno spazio a nessun altro, lì davanti, per guardare la gara usufruendo di una decente visibilità.

Comincio a pensare che sprecherei del tempo utile da trascorrere meglio, in compagnia del mio Angelo Rocker.

-Le onde di Malibù non sono mai state un gran che… è roba da principianti… 

Evidentemente l’Angelo Rocker sa leggere anche nel pensiero, visto che ha fatto questa affermazione prima ancora di fermare la macchina!

-Se vuoi vedere il vero Surf, ti porto su un’altra spiaggia… e lì ti assicuro che vedrai onde vere, quelle che si alzano così in alto da sembrare un tutt’uno col cielo…- continua, facendomi subito risalire l’entusiasmo alle stelle, -Anche se però… potrai vedere un solo surfer…- conclude, girandosi verso di me e sorridendo.

-Davvero esiste una spiaggia così?gli chiedo curiosa -Mi piacerebbe tantissimo vedere onde del genere! Non importa se non è una gara… figurati… anzi, grazie per avermelo proposto!- continuo euforica, dandogli un bacio sulla guancia.

A dire il vero non so, se quest’euforia è dovuta alle onde giganti, o al fatto che potrò guardarle insieme lui, senza tanta gente che urla intorno.

-E di che?risponde sorridendo, ricambiando il bacio.

-Ma chi è quel surfer?chiedo, forse per coprire il rumore dei battiti del cuore col suono delle parole, -Deve essere bravissimo, se è l’unico in grado di sfidare onde così alte!- continuo -non che ne sappia molto di Surf… ma suppongo sia così, no?

-Ehm… quel surfer sarei io…- risponde Bob, che evidentemente non sa se provare orgoglio o imbarazzo nel fare quell’affermazione.

-Tu?gli chiedo stupita, spalancando gli occhi dalla meraviglia, –Non mi hai mai detto di essere un surfer! Mamma mia Bob… certo che sei pieno di sorprese… sono veramente contenta di averti conosciuto, e di avere avuto l’opportunità di esserti amica…- gli confido timidamente, assumendo un’espressione seria, e guardandolo negli occhi.

Continua…

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28/05/09

Aspettando l'Aurora


 

Io sono il Vento che Ti appartiene,

la Luce smorzata di una Notte Vagabonda,

l’Anima che traccia il Sentiero Azzurro del Cielo di Maggio,

come un Raggio di Primavera che apre la Porta alla Vita.

Tu sei il Sole che mi riempie,

un Respiro di Paradiso nei giorni di guerra,

uno Squarcio d’Infinito che accarezza l’Oceano,

come un pugno che si apre liberando Scie di Stelle dipinte di Sogni.

Noi siamo Giorno e Notte che aspettano l’Aurora per essere Vivi,

l’Incrocio Perfetto che incastra la Luce nella Casa del Tempo,

lo Spazio che rende Culmine l’Infinito,

come un Mare d’Aria che trascina l’Esistenza.

Ho impresso il Tuo nome sulle Finestre del Cuore,

stretto in un Cerchio Scintillante di Speranza,

custodendoLo con cura nelle Stanze della Promessa.

Quella che, quando l’Aurora arriverà,

porterà la gioia di sapermi Tua.

Quella da cui i Sogni, da Infiniti diverranno Eterni.

 

Buon Anniversario Roberto, Amore mio,

che sia il Primo di un’Interminabile Serie.

 

Ti Amo

La Tua Samanta

26/05/09

California X – Seconda Parte

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X

Appuntamento col Destino

Seconda Parte  

Ai nostri due amici brillano gli occhi, mentre ci informano che il piccolo muoveva le manine come se salutasse, e non stava un attimo fermo!

Io, Bob e Joe seguiamo con entusiasmo, partecipando attivamente alla loro gioia, tempestandoli di domande.

-Ma ancora non vi abbiamo detto la cosa più importante…- continua il ragazzo, scambiando uno sguardo d’intesa con la sua donna, -Dillo tu amore, dai…- finisce sorridendo, sotto i nostri sguardi curiosi.

Meg annuisce ma non parla, facendo salire la suspense e le nostre lamentele.

-Calma! Ok, ve lo dico!- asserisce ridendo la futura mammina dagli occhi azzurri, prima di tornare seria, -È una femminuccia!- rivela, portando al culmine la gioia e l’emozione che trapela dalla sua voce, e dall’espressione di George.

Io, Bob e Joe ci lanciamo in una serie di frasi di difficile comprensione, sovrapposte una all’altra. Meg e George ridono felici, cogliendo in pieno la nostra sincera partecipazione alla gioia portata in grembo dalla nostra amica, che cambierà la loro vita.

-Ma al nome del bebè ci avete già pensato?Chiedo io, cogliendo al volo un attimo di calma in mezzo a tutta quell’euforia.

-Abbiamo pensato ad una serie di nomi, ma non abbiamo ancora scelto…- risponde Meg sorridendo.

-Tipo?- chiede Bob curioso.

-Abbiamo pensato a Marion… Shirley… Nicole… Ashley… Anche un altro paio… ma penso che la scelta cadrà su uno di questi- annuncia George sicuro.

-Allora…- si intromette Joe -Marion, fa troppo Happy Days; Shirley, fa troppo bambolina; Nicole… è carino… ma andava di moda negli anni ’80, per cui è troppo comune; Ashley… questo mi piace, si!- conclude alzando il pollice.

-Accidenti! E dopo un resoconto così dettagliato, come facciamo ora a scegliere altrimenti?- Chiede scherzando George a Meg, che ha seguito attentamente l’opinione di Joe.

-Semplice…- risponde lei col viso illuminato -non scegliamo altrimenti! La chiameremo Ashley!ci informa contenta.

Dopo averli festeggiati ancora qualche minuto, e aver preso scherzosamente il merito della scelta, Joe ci saluta e torna a lavoro.

Meg e George restano ancora un po’ con noi, continuando a parlare della bimba, poi salutano anche loro, lasciandoci soli.

Siamo sempre gli ultimi ad andare via! E se non fosse per il fatto che l’Ocean Pie di notte è chiuso, probabilmente non lo faremmo.

Seguendo con lo sguardo i nostri amici che escono dal locale, ho notato che dei ragazzi stanno attaccando sulla porta d’ingresso del diner, una locandina pubblicizzante una gara di surf in programma domani, a Malibù.

Subito mi è balenata in testa l’idea di andarci… il surf, è la cosa più californiana del mondo, lo dicevano anche i Beach Boys, e finalmente potrei vedere dal vivo i corridori delle onde nel loro habitat naturale, invece che in un freddo schermo televisivo!

-Wow! Una gara di surf!- Mi lascio sfuggire entusiasta, -Non sai quante volte guardandole in TV, ho sognato di trovarmi anch’io su una di quelle spiagge, a fare il tifo per il migliore, chiunque esso sia!- dico sorridendo, prima di bere una sorsata di caffè che tra una chiacchiera e l’altra, come al solito, è diventato freddo, -Domani di sicuro non mi lascerò sfuggire l’occasione. Andrò ad assistere a quella gara!concludo infine decisa.

Bob mi guarda divertito, ha assunto la tipica espressione di quando pensa a qualcosa che gli stuzzica i pensieri.

-Sono anni che non assisto a una gara di surf… quasi quasi… Che ne dici se ci andiamo insieme?wow, avevo ragione!

E il fatto che cominci a riconoscere le sue espressioni, mi rallegra. In quanto alla richiesta del mio Angelo… come potrei dire di no, a quel sorriso così meravigliosamente tenero, posto sotto ad un paio d’occhi così tremendamente dolci?

-Sarebbe fantastico!rispondo semplicemente, ricambiando quel sorriso, che ha il potere di lasciarmi senza fiato.

-Bene!- esclama lui entusiasta, -Sono sicuro che quest’esperienza ti piacerà tantissimo… ti entrerà dentro e difficilmente uscirà, vedrai!- conclude poi, facendo l’occhiolino.

Se lo ha detto lui, sarà così… Bob è un Angelo, e quando profetizza qualcosa, si avvera sempre!

Nascosta dietro le piacevolissime conversazioni tra me e l’Angelo profeta, però, si celava come al solito l’ora dei saluti, che è arrivata inesorabile ad imporci l’arrivederci a domani, e condurci a casa, dove i nostri rispettivi letti ci accoglieranno per farci godere del meritato riposo, dopo una giornata piena di intense emozioni, che qui, in California, ho trascorso in compagnia di un Angelo incantatore, o semplicemente un Angelo nella Città degli Angeli.

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25/05/09

California X – Prima Parte

Ragazza Sveglia

X

Appuntamento col Destino

Prima Parte  

Dopo i sogni, come tutti sanno, la realtà incombe sulla vita quotidiana senza pietà, mimetizzandosi dietro il trillo ininterrotto della sveglia, che annuncia bruscamente l’inizio di un nuovo giorno.

Ancora stordita e confusa apro gli occhi, e con grande disappunto, lascio stringere il cuscino alle mie braccia, che nei miei sogni, era il soffice e comodo petto di Bob.

Mi stiracchio pigramente, e pigio il bottone per fermare quella maledetta sveglia che mi ha riportata a terra, dandomi uno spintone con l’intento crudele di farmi cadere dal paradiso in cui beatamente soggiornavo, in compagnia di un Angelo che aveva le sembianze di Bob.

Esaminando attentamente il soffitto, ripenso a ieri sera, quando ero sulla ruota panoramica ad ammirare l’oceano tra le braccia del mio Angelo, e il cuore comincia a battere all’impazzata.

Se respiro più forte, riesco ancora a sentire il suo profumo, che si insinua prepotentemente in ogni parte di me, e mi scalda l’anima col fuoco del suo soffio delicato.

Durante la giornata, ripeto spesso quest’azione, mi da la forza di non mollare qualsiasi cosa stia facendo e correre da lui, e permette alla solita quotidianità,  di scivolare via più in fretta, facendola sembrare infinita piuttosto che eterna.

Tra un respiro e un sospiro, finalmente anche gli impegni di oggi, sono andati in pensione, segnando il termine di un altro pomeriggio trascorso a lavoro.

Non vedo l’ora di andare a rilassarmi con gli amici, ma soprattutto non vedo l’ora arrivi il momento più bello della giornata… quello in cui incontrerò l’Angelo dei sogni!

Senza passare da casa, come faccio di solito, corro verso l’Ocean Pie, con la fretta di chi ha un appuntamento col destino, il quale non resta ad aspettare se ritardi di qualche minuto.

In realtà non ho nessun appuntamento col fato, ma solo una gran voglia di vedere Bob, che oltre ad essersi trasformato nel MIO Angelo, è anche il mio compagno di divertimento!

Entro nel diner, e come al solito mi guardo intorno per vedere se c’è già qualcuno dei miei amici. Con grande gioia, vedo Bob seduto su una delle panche in pelle rossa a forma di U, che costeggiano l’intero perimetro del locale, occupando l’ultimo tavolo in fondo al lato destro.

Di fronte a lui è seduto Joe, il quale -dando le spalle all’intero ambiente- si è voltato verso di me subito dopo che Angel Bob mi ha salutata con la mano. Non so come, ma ho l’impressione -o l’illusione- che quei due parlassero di me: subito dopo avermi vista, infatti, Bob ha detto velocemente qualcosa all’amico, e poi ha alzato la mano per salutarmi. Ma comunque, faccio finta di niente, e gli do la buona sera, come faccio di solito quando sono insieme.

-Ciao maschietti! È di troppo da queste parti, una giovane donzella in cerca di compagnia?– esordisco ridendo, prima di dare un bacio sulla guancia ad entrambi, accomodandomi accanto a Joe, che si sposta di lato per farmi spazio.

-In effetti si… ma noi due siamo sempre galanti, lo sa, signorina! Non possiamo rifiutare di certo la sua compagnia- risponde il proprietario del locale, scherzando.

-Scemo!- gli dico io, facendogli la linguaccia, -tanto mi sarei seduta lo stesso anche se mi aveste detto di andare via!- aggiungo ridendo, mentre agito le dita delle mani, che ho portato ai lati delle orecchie.

I miei amici scoppiano a ridere, Joe mi da un buffettino affettuoso sulla guancia e mi abbraccia, e Bob, divertito scuote la testa.

-Sono arrivati anche Meg e George!- esclama il mio Angelo, guardando l’ingresso e agitando la mano per farsi vedere.

Joe si alza, e siede accanto al mio raggio di sole -si, Bob per me è anche questo!- io mi avvicino a lui dall’altro lato, passando sulla curva della panca, per lasciare spazio ai nostri amici.

-Siamo stati dal medico!- esclama Meg tutta euforica, senza nemmeno salutare, sedendosi subito sullo spazio vuoto della panca.

Sprizza felicità da tutti i pori -come il suo compagno- che trapela dagli occhi e il sorriso.

-Si si… e guardate qui!- Aggiunge il futuro papà, sventolando l’ecografia come fosse un trofeo, prima di metterla al centro del tavolo.

Noi tre, con un movimento sincronizzato, abbassiamo immediatamente lo sguardo sull’immagine, avvicinando la testa.

È incredibile! Il bambino è già nettamente formato, nonostante pesi più o meno quanto una fetta di prosciutto! I futuri genitori ci riferiscono fieri e felici i dettagli della visita, facendo quasi a gara a chi ne dice di più!

 Continua…

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24/05/09

California IX – Seconda Parte

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IX

L’Arcobaleno sul Mondo

Seconda Parte  

Abbiamo fatto il giro di tutte le giostre -in alcune ne abbiamo fatto anche più di uno, di giri, a dire la verità- abbiamo saltato solo il tunnel degli orrori, come avevamo detto. Mostri e fantasmi non ci fanno paura, ma non abbiamo voglia di vederli, anche se forse, i mostri e i fantasmi di cartapesta, fanno più ridere di tutte le attrazioni del parco messe insieme.

Resta solo la ruota panoramica su cui salire, l’abbiamo lasciata per ultima apposta, aspettando che il buio scendesse totalmente sul resto della città.

-Sei pronta a salire sulle stelle, a respirare l’odore della Luna?mi chiede Angel Bob teneramente, guardami negli occhi.

Forse l’ha messa così per rassicurarmi, per farmi capire che salendo su quella ruota, vedrò solo cose stupende, non c’è niente di cui aver paura.

E ci è riuscito benissimo! Grazie a lui, gli ultimi dubbi che avevo, si sono dissolti tra il profumo delle mandorle caramellate.

-Si, sono prontarispondo sicura, ricambiando sguardo e sorriso, -O almeno ci provo… infondo, cosa può succedermi?aggiungo, riprendendo il tono scherzoso, che per un momento si era fatto da parte per lasciare spazio alla dolcezza, -Al massimo vomiterò i frullati e lo zucchero filato!- concludo ridendo.

-Infatti, non può succederti niente- sorride lui, facendo l’occhiolino, -Perché ti proteggo io dalle vertigini cattive!aggiunge, continuando il walzer delle battute, mentre saliamo sulla giostra.

La ruota comincia a girare, e stranamente non avverto nessun fastidio…

Lo sapevo che Bob su di me avesse un’influenza più che positiva, ma non immaginavo fosse così forte!

-Come vanno le vertigini?mi chiede con uno dei suoi luminosi sorrisi.

-Nessun problema!gli rispondo con entusiasmo, – E credimi, non me l’aspettavo proprio! È bellissimo… c’è un panorama pazzesco! Visto da quassù è tutto più bello…- Bob annuisce contento, -Guarda- continuo dopo un attimo di silenzio, -anche l’Oceano, visto da qui, ha delle sfumature diverse…- gli dico, puntando il dito verso l’orizzonte, che lui segue con lo sguardo, -E guarda quelle luci… i loro colori… Ti sembrerò un'idiota, ma mi sembra di essere seduta su un Arcobaleno…- concludo infine sorridendo, voltandomi verso di lui.

-Incredibile! Stavo pensando anch’ io la stessa cosa!- esclama, allargando ancora di più il suo meraviglioso sorriso, -L’Oceano visto da qui è ancora più bello… e le luci della città… sembra davvero di essere seduti su un Arcobaleno!

Senza aggiungere altro prende la mia mano nella sua stringendola forte, io mi giro verso di lui e sorrido, poggiandogli la testa sulla spalla.

Sono seduta in cima al mondo, su un Arcobaleno di cristallo soffiato a cuore, e guardo l’oceano insieme a Bob.

Ora penso che alla vita non ho nient’altro da chiedere, se non quello che sto vivendo… L’emozione di condividere questa meravigliosa sensazione con lui, mi regala un senso di pace interiore che non provavo da tanto -forse da mai- e sento che per il mio Angelo è la stessa cosa.

Siamo scesi dalla ruota tenendoci per mano, andando dritti verso l’uscita.

Non abbiamo ripetuto il giro, come è successo con altre attrazioni. Questa è stata una cosa speciale, che se ripetuta, avrebbe perso la magia.

Siamo tornati a casa quasi senza parlare, come se fossimo rimasti in quell’altra dimensione, dove le parole non servono per comunicare… basta solo il cuore, bastano i suoi battiti per riuscire a sentire le parole non dette.

Sono sicura che per me, questa sarà una notte di pensieri, magnifici pensieri, i più belli di tutta la mia vita.

Mentre ero seduta su quell’Arcobaleno con Bob, è successo qualcosa di magico, l’Oceano stava cercando di parlarmi, di dirmi qualcosa di unico… probabilmente, la stessa cosa che stava cercando di dire a Bob…

Una notte magica, da vivere qui, in California, nella Città degli Angeli, dove la realtà sconfina nei sogni più incantevoli che abbia mai fatto.

 

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23/05/09

California IX – Prima Parte

PACIFIC PARK

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L’Arcobaleno sul Mondo

Prima Parte

In macchina, per tutto il tempo, abbiamo riso e cantato a squarciagola a suon di rock, Bob ha una selezione di canzoni da paura!

Siamo arrivati al Pacific Park di Santa Monica dopo quasi un’ora, a causa del traffico -decisamente più intenso rispetto al primo pomeriggio- che c’ era sulla free-way.

A farci compagnia rimane quell’atmosfera gradevolmente strana, senza nessuna tensione, solo tanta armonia, nei gesti e nelle parole.

Abbiamo voglia di divertirci, come facciamo sempre, ma stavolta senza nessun limite! Ci sentiamo a nostro agio, forse perché siamo liberi di dire e fare quello che ci pare, senza preoccuparci di cosa gli altri potrebbero pensare se sentissero o vedessero determinate cose…

Il sole comincia a calare, e tra i suoi ultimi raggi colorati di rosso- che prima di arrivare a fondersi col blu cobalto del cielo preserale, crea mille sfumature dalle tonalità calde, dipingendo le poche nuvole di rosa- resi tenui dall’arrivo della luna, le mille luci colorate del Luna Park spiccano in lontananza, sfavillanti d’allegria.

Già all’entrata il parco è un’epifania di musica e colori, si sentono giovani urla provenire dal roller coaster, e dolci canzoncine davanti alla casa delle bambole. È proprio come me lo ricordavo, il Luna Lark! Anche se rispetto a quello dove andavo io da piccola, questo è molto più colorato, e ha molte più attrazioni, per grandi e piccini, sembra il paese dei balocchi, più che un parco divertimenti!

-We go toghether like ramma lamma lamma ka dinga da dinga dog- canticchio io all’ingresso del parco, muovendo le spalle a mo’ di danza, intonando la famosa canzone finale di Grease, per incoraggiare Bob a camminare, visto che si guarda intorno spaesato, sentendosi forse fuori luogo, in quell’ambiente troppo giovane per i suoi gusti.

-I got chills, they’re multiplyin’, and I’m losin’ control- replica lui, entrando finalmente nel mood giusto, come se si fosse svegliato improvvisamente.

Una volta passate le titubanze iniziali da parte di Angel Bob, non ci siamo più fermati. Corriamo avanti e indietro come due cagnolini in libera uscita.

Non ci stiamo assolutamente risparmiando in risate, ci basta scambiare uno sguardo dopo aver visto qualcuno o qualcosa che esce fuori gli standard della cosiddetta normalità, che esplodiamo come due matti!

Non facciamo altro che prenderci in giro l’un l’altra… ci siamo fatti un mare di risate anche con uno straniero, un tipo simpatico che incrociavamo spesso mentre facevamo la fila in diverse attrazioni; accompagnava una bambina pestifera –molto carina, aveva gli occhi verdi e le simpatiche treccine che ricadevano sulla salopette di jeans- in giro.

Prima di uscire dal parco ci ha salutati raccontandoci di aver fatto per tutto il tempo da baby-sitter a quella ragazzina, pensando che avesse perso la mamma… e invece, alla fine, gli ha rivelato di essere la figlia della direttrice del parco!  

Ci stiamo divertendo un mondo, abbiamo bevuto frullati al lampone e mangiato zucchero filato fino alla nausea, consumato dosi industriali di pop-corn… Sembra di essere tornati bambini, e la cosa non ci dispiace affatto… anzi, ne siamo entusiasti!

 

Continua…

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22/05/09

California VIII – Seconda Parte

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VIII

Profumo d’Oceano

Seconda parte

 -Sei qui da tanto?– mi chiede Angel Bob, facendomi sciogliere col suo incantevole sguardo, che accolgo volentieri nel mio.

-Una mezz’ora circa… sono arrivata in anticipo perché prima ho fatto un giro a Santa Monica… avevo voglia di mare!– rispondo sorridendo, senza lasciare trapelare le mie emozioni, mentre lui annuisce, -Sono passata anche davanti all’Ocean Park! Non mi aspettavo fosse così grande! E poi… è posto proprio sull’oceano, bellissimo!

-Prima non era proprio un luna park… Pensa che negli anni sessanta era un parco divertimenti sottomarino… poi fu chiuso… e diventò l’attuale Pacific Park

-Capisco,- dico io interessata, -non lo sapevo…doveva essere splendido! Ma… tornando al discorso di ieri… Davvero i Luna Park ti fanno venire in mente scene di omicidi da film giallo?– chiedo divertita, –A me mettono un’allegria pazzesca, tutti quei colori!

Bob mi guarda in modo strano… è un’espressione che non gli ho mai visto sul volto, mi piacerebbe proprio sapere a cosa sia dovuta… chissà cosa gli passa per la testa in questo momento!

-Ma c’è qualcosa che a te non mette allegria?- chiede dopo qualche minuto di silenzio, sempre con la stessa espressione, che lo rende terribilmente sexy.

-Comincio a pensare che tu sia una di quelle teppistelle, che se vanno in giro con giacche lunghe fino ai piedi, e sciarponi arrotolati sul viso, mostrando solo gli occhi, ad imbrattare i muri delle spettrali città grigie, per riempirle di colori!- conclude ridendo.

-Hey! Io non sono una teppista che va in giro a fare murales!- rispondo, facendo finta di essere offesa.

Bob in realtà mi ha appena fatto un gran bel complimento, ne sono lusingata, e comincio a gongolare!

-Lo so– risponde lui sorridendo, –Ma i murales colorati li fai nella mia immaginazione, solo per contagiarmi con la tua allegria… Non sei una teppista, no… ho usato un termine inappropriato… perché tu sei una stella che vive sul mare, e parla con voce d’argento…

Queste parole appena pronunciate da Bob, mi stupiscono non poco… sento il viso divenire di fuoco, il cuore in tumulto pulsa all’impazzata, minacciando di uscire fuori dal petto, ma è colmo di gioia…

Sapere che lui ha questa considerazione di me, mi rende felice… un po’ mi spaventa, anche, perché ormai so per certo che Bob sta diventando indispensabile per me, mi illumina vita, come il sole illumina il mondo, e ho paura di non saper più fare a meno di lui... 

Tra di noi ora c’è quel famoso silenzio pieno di parole urlate dai pensieri, quelle che, pur restando bloccate in gola, non si può fare a meno di ascoltare…

E dopo qualche attimo d’imbarazzo -dovuto più che altro al fatto che siamo in un luogo pubblico- cerco di riportare l’atmosfera allo stato iniziale, rigirando il discorso su un argomento meno ingombrante, cioè il Luna Park.

-Senti ma… perché non ci andiamo io e te a questo benedetto Pacific Park, visto che ne stiamo parlando da ieri sera?- Gli chiedo improvvisamente.

-Ma dai! Non siamo un po’ troppo vecchi per andare in un Luna Park?- risponde ridendo, come se avessi detto chissà quale assurdità.

-Come? Ti fai influenzare dalla carta d’identità?- insisto io, -Su, dai! Sarà divertente… e poi… io vorrei riuscire a salire su una ruota panoramica… soffro di vertigini, e ne ho sempre avuto paura.

Sono sicura che con Angel Bob accanto, nemmeno le vertigini l’avrebbero vinta. Quando lui è con me, non mi spaventa niente.

-Ah! Allora dobbiamo andarci!– Dice lui sorridendo, e facendomi l’occhiolino, -Io ci manco da quando avevo 10 anni, ma non importa… al diavolo la carta d’identità!- continua, picchiando il bancone col pugno chiuso, -Su, andiamo!- conclude alzandosi, guardandomi entusiasta con quegli occhi di bimbo cresciuto.

-Andiamo!– rispondo alzandomi a mia volta.

Non vorrei che Bob cambiasse idea... Il pensiero di restare sola con lui, senza gli occhi degli amici puntati bonariamente addosso, anche se in mezzo a tanta altra gente, mi elettrizza, e immagino che ci divertiremo da matti, come sempre, quando siamo insieme, se non di più, considerando il contesto!

Prometto che ti terrò ben lontano dal tunnel degli orrori, così non dovrai temere di trovare qualche cadavere tra gli scheletri di gomma piuma!-

aggiungo, prendendolo in giro.

Lui ride, e dopo aver salutato Joe -che continua a divertirsi, chiedendoci se andiamo a prenotare il viaggio di nozze- ci avviamo in macchina per accingerci a vivere qui, in California, nella Città degli Angeli, una giornata che si prospetta grandiosa, sicuramente da non dimenticare.

Copia di pacific park

 

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