02/06/09

California XII – Terza Parte

XII

L’Angelo e la Sirena

Terza Parte

Sul lato destro della spiaggia, c’è uno strano scoglio dalla forma inconsueta, sembra una nuvola, e colgo al volo l’occasione di prenderlo come capro espiatorio per sfuggire al piacevole imbarazzo provocato dallo sguardo dell’Angelo surfer.

-C’ è una leggenda che si racconta su quel pezzo di rocciami informa, mentre prende anche lui il costume e si dirige nella tenda.

-Cosa dice la leggenda?gli chiedo non appena esce dalla piccola parte di spiaggia al riparo dal sole, non potendo fare a meno di notare le perfette proporzioni del suo corpo quasi nudo.

-Sembra che un Angelo e una Sirena si fossero innamorati, nel mezzo di una missione assegnatagli dal Capo in persona, per salvare la Terra- mi dice, puntando l’indice e lo sguardo in alto, –Ma vivevano in due Mondi diversi, cielo e oceano… e finché era così, non potevano stare insieme- continua, mentre comincia a prepararsi per entrare in acqua, -Quindi, l’Angelo portò qui una nuvola, tramutandola in uno scoglio… che divenne il ponte fra i due mondi.

Onda e nuvola che finalmente si toccarono, resero possibile anche la loro unione. Hanno creato il proprio paradiso, dove possono amarsi con la benedizione del Capo… e di Poseidon- afferma sorridendo, -Si dice addirittura, che al tramonto l'Angelo e la Sirena vengano qui, guardano insieme l’ Oceano e restano abbracciati fino all’ alba del nuovo giorno! Conclude guardandomi.

-Wow! Che storia romantica!- riesco a dire, obbiettivamente, è unica… una bellissima storia d’amore!

Se fosse vera, spiegherebbe l’atmosfera magica che si respira qui insieme alla salsedine, e si sente tra le grida lanciate dai gabbiani.

Beh, io ti guarderò proprio da qui, allora, mentre cavalchi le onde!- gli dico sorridendo, picchiando la mano sullo scoglio, prima di saltare sul pezzo di roccia che sporge nell’acqua cristallina.

-Penso che sia il posto migliore, la visibilità è perfetta da lì- mi assicura, continuando a guardarmi, -E poi… Sarà il colore del costume che indossi… ma seduta lì sopra sembri proprio una Sirena- conclude ridendo, ma convinto della sua affermazione.

-E che ne sai che non è così? Magari lo sono sul serio!lo prendo in giro sorridendo.

-Gne gne gnerisponde continuando a ridere, guardando ancora verso di me, con la tavola sottobraccio, mentre si accinge ad entrare in acqua, lasciandomi ad ammirare la sua schiena perfetta, sopra il costume blu.

Blu come il cielo degli Angeli, che si specchia sul mare della California.

1846906643_fb133e0ed1

1 commento:

  1. Ancora metaliguaggio, e storie parallele che si intersecano, in modo così naturale che pare non ci sia nemmeno una costruzione letteraria sottostante. E invece c'è, solida come quella roccia dove siede la Narratrice, la stessa sulla quale la Sirena della leggenda attende l'arrivo dell'Angelo. E simile a quella che ha visto, in un precedente capitolo, la stessa Narratrice interrogare il mare circa le emozioni che nascevano dentro di lei.
    Costruzione, appunto: quello che rimane nascosto dietro una storia, la quale si pone al lettore come un flusso di parole scaturite apparentemente senza premeditazione dalla penna (o la tastiera) dell'Autore. Ma invece frutto di un lavoro profondo sulla struttura del testo, e il contenuto che si vuole narrare.
    E' la forza delle storie migliori, la diretta semplicità che permette di assaporarle come tali, e poi tornare sui paragrafi, scoprendo strati su strati di significato.
    E in questo capitolo la struttura di "California" si rivela completamente, col suo gioco di rimandi fra quello che accade sulla spiaggia, e quello che lì viene narrato, la leggenda appunto. Sembra di assistere a scene che si svolgono in contemporanea, in due tempi e spazi diversi, ma complementaari (ecco di nuovo l'effetto split-screen), dove un'azione ha ripercussioni sull'altra, e viceversa. Dove i personaggi sembrano intercambiabili, quasi emanazioni di entità che, per una volta, lasciano separata la materia dall'anima, e ognuna delle parti agisca per conto suo.
    Ecco, non basta avere un foglio bianco, e uno stralcio (o una parvenza) di idea per scrivere una storia. Ci vuole controllo, struttura e lavoro. Solo così tutto acquista un senso, e si possono rileggere pagine già assorbite, impregnandole di altri significati.
    E quando una storia fa venir voglia di essere riletta, direi che funziona. Certe storie non ispirano (anche se aspirano) nemmeno ad essere lette.

    Ti Amo mia Ondina scalza
    Robi

    RispondiElimina

 

California Samy e tutti i contenuti sono di proprietà dell'Autore. Ogni riproduzione non autorizzata sarà perseguita ai sensi della Legge 633, 22/4/41 e successive modifiche.