Il vento accarezza i ricordi
tra le pieghe di un sospiro:
chi ero bussa alla porta di chi sarò
e guardandomi allo specchio
mi chiedo se vedo chi sono.
Forse un angelo, forse un demone,
carne tagliata via dall’anima in pena
di una notte lunga, quasi senza fine.
Sono una sposa senza l’abito nuziale,
che si stringe nelle braccia
di fredde lenzuola spiegazzate
stese su un letto mai consumato.
Vedo l’immagine di un cuore zingaro
che elemosina storie vagabonde
nei tacchi delle scarpe logorate
camminando a piedi nudi
su deserti di neve stanca.
Vedo tra i capelli il sapore di perle marine
che scivolano via tra i colpi
dei denti del pettine,
che lascia diciannove nodi
legati alla parte più profonda di me
in ricordo della mia esistenza.
Il ventesimo si scioglie tra quei denti
che masticano grida soffocate di perché.
E il senso delle cose si perde
nei sospiri dei ricordi.