28/12/09

Orizzonti

Orizzonti

 

Quando i raggi di Sole toccano

i confini dell’Orizzonte,

il profumo d’Estate fascia

l’Aria frizzante del Tempo

sospeso in un istante d’Estasi infinita.

 

Avvolta tra i suoni muti del Cielo terso,

rotolando sul tappeto Blu

che accarezza i piedi al Paradiso,

la scia dell’Uragano -soffice di nuvole-

segue lo spazio lasciato aperto da un Vortice

d’Aria liberato dall’Armonia di un Sabato pomeriggio,

che attende la Domenica per far Festa.

 

Dall’Alto della cresta di un’Onda

l’ Orizzonte dei Mondi sale

in groppa al Futuro cavalcando

il presente sospeso a mezz’aria

tra i turbini delle Stelle,

che raggiungerà per sposare

il Cielo di Primavera

e profumare i Figli coi colori

dell’Estate Infinita.

 

 

Buon 28 Dicembre Amore mio

     

        Ti Amo Roberto

         

     Samanta

19/12/09

Mare d’Inverno

ondina

 

Spuma di bianche Perle avvolte in Onde vivaci,

batte e corrode la Roccia -stanca sentinella di Mare-

incrostandole il Cuore di arguta Salsedine,

a proteggere i suoi Battiti accelerati

e arrugginiti dal Tempo.

 

Sospiri di Vento celati tra Nuvole e Sogni,

affondano tra l’ebbrezza

di Correnti Sottomarine

che si alzano ad accarezzare il Cielo

con Ali d’Acqua, aperte a sorvolare

l’Orizzonte appannato dai vetri

opachi della notte,

in cerca di Stelle ai confini del  Mare.

 

Come la Fenice risorge

tra il Fuoco delle sue ceneri,

l’Anima del Mare riemerge

tra i tumulti impetuosi

delle notti d’inverno,

ricostruendo la Città sommersa

dalla furia dell’Onda Anomala,

chiamandola col Nome

che le è sempre appartenuto.

11/12/09

California Baby

 

Quando sarà grande, saprà di essere stato concepito per Amore.

Quando lo saprà, capirà perché, di notte, si sente il vento leggero accarezzare le foglie degli alberi, e perché queste rispondono con teneri bisbigli, che sembra dicano: "Benvenuto. Resta quanto vuoi, sorridi quanto puoi, credi più che puoi.

Non sarà mai abbastanza.

Ama con tutto te stesso chi ti ama.

Non sarà mai troppo".

 

Roberto Sonaglia

28/11/09

18 Volte 28

 

 

Tanti Auguri Amori

miei

cuore

Buon 28 Novembre

Vi Amo

    La Vostra

                Samy

14/11/09

Un Mondo a forma di Te

un mondo a forma di te

 

L’unicità del Tuo Spirito puro

è nascosta tra le segrete del Castello del vento,

protetta dalla custodia di una Chitarra Reverberata

che segna il tempo in 4/4,

armonizzando la sinfonia

nata dal canto di un Angelo,

che sorvola il Cielo azzurro libero dalle Ali.


La dolcezza che accompagna il Tuo sentire

è fissata tra le pieghe di un sorriso vagabondo,

illuminato dalla strada del Re

che delimita il confine tra ieri e domani,

percorrendo le vie d’Eldorado

che si dispongono al centro dell’Universo

come mappe di Stelle disegnate sul Libro del Sapere.

 

L’Anima Guerriera del Tuo essere Uomo

è stretta tra le mani di un’Onda sbarazzina,

mischiata alla Sabbia profumata

di Mare infinito che si confonde tra gli Scogli

di un Mondo a forma di Te,

facendo capolino sulla Spiaggia del Futuro

come una Conchiglia che abbraccia il Bagnasciuga.

 

Se dovessi descrivere il Cielo quand’è terso,

che limpido e infinito riempie l’aria

dei pomeriggi d’Estate,

lo farei con la bellezza dei Tuoi Occhi Incantatori.

Se dovessi descrivere il Mare in tempesta,

che batte Sentinelle di Rocce attente

con la sua illimitata potenza,

lo farei con le mani della Tua Saggezza Incontaminata.

Se dovessi descrivere la Terra asciutta,

che smossa dai sospiri del Vento aspetta

la prima Pioggia d’Autunno per dissetare le Radici,

lo farei con le Braccia del Tuo Amore Sconfinato.

Se dovessi descrivere il Paradiso,

che fitto di Nuvole e Grazia

sorride al di là del cielo salutando i Prescelti,

lo farei con la Voce della Tua Perfezione.

Ti Amo

06/11/09

La Strada del Re

la strada del re4

C’era una volta un Re, che non sapeva di essere Re.

Sapeva di essere un Cavaliere dalla spada di fuoco, il mantello rosso e l’aura blu. Ma non immaginava di essere un Re.

I suoi sudditi sapevano che lo fosse, era troppo diverso da loro: troppa bontà, troppa generosità, troppo coraggio, troppo senso della giustizia, troppa lealtà verso chi gli voltava le spalle… no, non era uno di loro. Aveva un cuore troppo nobile per essere un semplice popolano.

I suoi sudditi sapevano fosse il Sovrano, ma nessuno glielo diceva, erano troppo invidiosi per suggerirglielo, e temevano  che con la sua Forza li avrebbe sottomessi alla propria volontà, così continuavano per la loro strada facendo finta di ammirare il carisma del Cavaliere, anche se di lui, gli importava soltanto che non salisse al potere, curandosi solo di non rivelargli che era il Re.

L’anima del Cavaliere era troppo pura per conoscere l’invidia, e troppo altruista per ambire al potere, così continuava a battersi per difendere i diritti dei più deboli, come un eroe venuto dal cielo per combattere i demoni dell’ingiustizia.

Non si chiedeva mai perché quando percorreva le vie di qualsiasi luogo tutti i presenti esultassero, ma non appena l’ultimo lembo di mantello voltava l’angolo, nessuno si ricordasse di lui.

In realtà tutti si ricordavano di lui, ma la gente era troppo ingrata per far sì che la loro riconoscenza durasse più di tre minuti per vita.

Il Cavaliere regalava sorrisi a chiunque li chiedesse, era una grande compagnia per chiunque lo cercasse, tutti l’adoravano. Ma tutti erano troppo egoisti per ammettere che fosse migliore di loro, e adorarlo sinceramente. Preferivano avere l’ambiguità come sovrana, piuttosto che un Re coraggioso e altruista come lui.

Era sempre circondato da persone d’ogni genere, il Re. Ma il suo spirito guerriero era più solo di una barca in balìa del mare in tempesta, la sua unicità di cuore puro sembrava non avesse compagni in nessun angolo del mondo.

Una damigella vestita d’oro piangeva seduta nella piazza principale, tutti la guardavano, nessuno si avvicinava.

Il Cavaliere ne ebbe pena e pensò di salvarla dai suoi tormenti. Armato di buon cuore e forte del suo scudo indistruttibile, la portò nei pressi della sua residenza, abbassando il clipeo che lo rendeva invulnerabile.

È qui che subì l’incantesimo della Strega del Sonno.

L’inganno era il suo mestiere, e spogliatasi dell’oro preso alla Regina delle Menzogne, che l’aveva vestiva di luce artificiale offuscando la vista del Cavaliere, aveva barattato l’eroe col suo ego sornione,  pronunciando il sortilegio che lo addormentò profondamente.

Imprigionato nel sogno, il Cavaliere impugnava urlando la sua spada di fuoco, combattendo mostri vestiti di fiori e profumi, che lo beffeggiavano svanendo nel nulla appena li avvicinava.

Il suo coraggio gli impediva di arrendersi, la sua forza gli imponeva di continuare a combattere, sapeva di poter svegliarsi e uscire dall’incubo innescato dalla Strega del Sonno camuffata da fata della vita.

L’arpia rideva mentre stava per sferrare il colpo decisivo, quello con cui avrebbe potuto far sua l’anima pura e valorosa mangiandogli il cuore.

Un’aquila mandata dal cielo, planò su quelle mani rozze e avide di appariscenza e potere privandola del pugnale, i suoi artigli le cavarono gli occhi sfregiandole il viso tra urla e contorsioni che interruppero l’incantesimo, ridandole l’aspetto clandestino dello squallore, che la rivestì dei suoi stracci.

Il Cavaliere si destò dal sonno, e senza scappare, restò a guardare la fine della strega, alzando scudo e spada verso il cielo in segno di riconoscenza divina.

Una ragazza mandata dall’Imperatore in persona per restituire la corona al suo Re, avanzava dal lato opposto del sentiero cui era arrivata la megera.

Aveva ancora le braccia alzate, il Cavaliere, quando la portatrice vide la sua gloriosa figura. Lo riconobbe subito.

L’Imperatore le aveva dato come indicazione la spada di fuoco che il Re avrebbe impugnato mentre lei lo cercava. Ma alla ragazza non servì guardare la spada: lo riconobbe dal sudore che imperlava gocciolante la fronte del Guerriero.

Gli sorrise mettendogli la corona sulla testa, mentre lui la fissava con occhi interrogativi, dicendole di non essere la persona a cui era destinato l’importante diadema.

Lei, asciugandogli il sudore e raccogliendolo in un fazzoletto, gli fece cenno di si, senza dire niente. In seguito avrebbe avuto tempo per spiegare.

La luce dello smeraldo incastonato nella corona si riflesse sulla spada incandescente, tramutandola in uno scettro che il Cavaliere impugnava saldamente, osservando stupito ciò che era sempre stato suo. Guardò negli occhi la ragazza e capì.

La Regina sorrise al suo Re dal Mantello Rosso, l’Aura Blu e lo Scettro di Fuoco. E la corona di smeraldo, lanciando in Aria il fazzoletto intriso di sudore.

L’Imperatore lo raccolse tra i soffi del Vento, e da quelle gocce d’Eroe mescolate ai semi della Terra, creò Gabriel, il più forte degli Arcangeli.

 

28/10/09

Attori e Spettatori

attori e spettatori1[5] 

Il sipario sulla Vita si apre

tra la settima e la sedicesima

lettera dell’alfabeto,

tirato da due gocce d’Angelo

cadute per caso nel Tempio del Futuro.

 

Diciassette Passi occupano la Platea

che aspetta di riempirsi di Stelle,

per offrire al Pubblico in attesa

lo Spettacolo di Luci aperte sul Mondo.

 

Il Rosso del Teatro esalta

i Colori degli Attori,

Spettatori nel Castello illuminato

dal Sole Blu di un Regno senza confini.

 

La Casa della Realtà è pronta

ad accogliere i Sogni

che attraversano lo spazio aperto

tra Camelot e Atlantide.

 

Il Re e la Regina sorridono alla Sala.

Che lo Spettacolo abbia Inizio.

 

Buon 28 Ottobre Tesoro mio

Ti Amo Robi

La Tua

Samy

19/10/09

Contact

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Occhi infuocati,
Corpi che cantano Desideri,
Anime che si toccano.


Luce arcana che batte
Tra Sospiri effimeri,
Passi Silenziosi
in una Notte incandescente.


La vita prende Vita
Tra il Vento leggero
Che accarezza le Foglie degli Alberi.


Domani il Sole Nascerà.

10/10/09

White Sands Lighthouse

White Sands Lighthouse2

 

Letto di Mare in Tempesta,

Coperto da Sogni Realizzati,

Sospiri di Dio sfumati di Cometa.

 

Luce d'Acqua Cristallina,

che scorre lungo le Vie del Cielo,

Pioggia di Note cantate dall'Aria in Tormenta.

 

Brezza di Sole nutrita d'Arcobaleno,

protetta da Rugiada di Schiuma sfuggita alla Marea,

Riflessi colorati di Navi di Cristallo.

 

Polvere di Luna scheggiata da Fuoco di Magia,

spinta da Sedici Venti, e Quattrocentottanta Mari,

arrivata alla Battigia sulla Cresta dell'Onda

 

Da tutto questo, era nascosto il Faro

a White Sands.

White Sands Lighthouse4

01/10/09

The Player

The Player3

 

Il pizzichìo delle dita sulle corde tese

riecheggia attraverso la notte

che sospira tra gli accordi

di una nuova Canzone.

 

La Melodia comincia a scorrere

tra le vie dell’Anima

volteggiando tra turbini inquieti

come un fiume lungo l’Infinito.

 

Un salto oltre il Confine,

la Dimensione si spande

come un’Onda di Vento portato

dalle Fiamme di un Camino.

 

Non ci sono Orizzonti a delineare

il Limite tra Sangue e Materia,

vortici soffusi di elettricità

vibrano sotto mani di passione.

 

La Musica prende Vita

fra le braccia del Player,

che accarezza le curve della sua Chitarra

come fosse la Regina del suo Regno Incantato.

 

28/09/09

Vapore di Nuvole

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Uno strano Caso porta i pensieri

ai confini del Tempo,

la Luce Arcana che riempie lo Spazio

parla attraverso i miei occhi di bimba,

mentre guardano l’immagine riflessa

di una piccola donna smarrita nell’Ade

dei silenzi urlati nel vento,

ai margini di un finestrino aperto sulla Vita.

 

Non una parola sfugge alle immagini

che prendono possesso della Casa,

fotocopie sbiadite di una notte d’Estate

non ancora trascorsa.

La Luce invade i miei Fogli dipinti di Sogni

donandogli nuovi Bagliori incandescenti d’Amore,

sprazzi infiniti di Terra conquistata

al di là del Paradiso.

 

L’Ade torna negli abissi opachi

di un istante scivolato dalle mani di Dio,

Vapore di Nuvole soffiato da Gabriel e Raphael

spinge via il viola di un giorno d’Inverno

nelle caverne ghiacciate di un Cuore dormiente.

Il Sole torna a sfavillare sulle Colline

di Smeraldo coniate dallo sguardo del Re,

che si specchia nel mio regalandomi

il suo Magico Splendore.

 

Non c’è posto per il buio tra le Pieghe dell’Eden.

25/09/09

Onne into ‘a Nuttata

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Chesta notte ‘o cielo è chino ‘e stelle,

‘nzieme ‘a voce da luna

sei cord’ stann’ accurdann ‘na canzon’

assettat ‘nzino ‘o viento.

L’onne do mare s’arricciano

e s’ perdono miezo ‘a rena,

pur’ l’acqua vulesse cantà.

 

Annanz’ ‘o fuoc’ duie guagliun’

pazzeano a fa’ e ‘nnamurat,

isso sona, essa cant’,

fann’ ammore miezo all’onne

c’ alluccano sbattenn’

‘nfaccia ‘e scogli.

 

Piccerè, che vuo’ ‘cchiù?

Nun ‘o vire ca stu guaglion’

se ne more si guarda l’uocchie tuoie?

Bivete  l’acqua e mar’

e benerici a vita soia.

Strignelo ‘cchiù forte ‘into a ‘sti braccia,

ca n’atu poc’ o sol’ se sceta,

nun adda sentì friddo.

 

Onde nella Notte

Questa notte il cielo è pieno di stelle,

insieme alla voce della luna

sei corde accordano una canzone

sedute in braccio al vento.

Le onde del mare si arricciano

e si perdono tra la sabbia,

anche l’acqua vorrebbe cantare.


Davanti al fuoco due ragazzi

giocano a fare i fidanzati,

lui suona, lei canta,

fanno l’amore tra le onde

che urlano battendo

sugli scogli.


Piccola, cos’altro vuoi?

Non lo vedi che questo ragazzo

muore guardando i tuoi occhi?

Bevi l’acqua di mare

e benedici la sua vita.

Stringilo più forte in queste braccia,

che tra un po’ il sole si sveglia,

non deve sentire freddo.

15/09/09

Il Fiore Spezzato

 

Il vento si scaglia su di me senza pietà,

tremo, ho freddo, ho paura.

Sono a terra inerme, incapace di respirare,

la forza viene a mancare, il prato su cui giaccio ride di me.

Sento la disperazione che urla il disgusto,

strappando via gli ultimi brandelli

di speranza dai miei pensieri.

Il vento, ancora lui. Ma che vuoi da me?

Perché infierisci riportandomi addosso

l’odore delle parole assassine?

Non ti è bastato divorare l’orrore delle mie grida?

Non sei ancora sazio del mio sangue

condito di sofferenza?

Cessa di soffiare e lasciami in pace. O soffia da un’altra parte, sono stanco di tremare.

Quante api che vedo sopra di me,

danzano e ridono mentre tutto va bene, a parte io.

Una volta mi piaceva, quando baciate

dal sole di primavera,

si poggiavano sui miei petali, e nutrendosi del mio nettare, producevano miele dolce e profumato.

Era bello.

Perché tutt’a un tratto sono diventate dei mostri

che vogliono succhiarmi la vita,

solo per godere nel mio dolore

mentre uccidono il mio essere?

Riecco il vento che torna a torturarmi.

Forse non dovrei prendermela con lui.

Se soffia forte può trascinarmi via di qua, lontano,

in alto.

Forse su rocce di montagna potrebbero ricrescermi le radici.

Lì le api non mi tormenterebbero,

scapperebbero tra le pietre che gli lancerei addosso.

Qui ho solo fili d’erba intorno, indifferentemente sconvolti,

fintamente preoccupati,

che continuano a gustarsi il sapore della terra,

mentre io vomito la vita respirando la polvere alzata da chi mi cammina vicino.

Prima per loro ero solo un fiore, uno dei tanti,

nemmeno si erano accorti della mia esistenza.

Ora sono il fiore spezzato, l’unico,

quello di cui tutti parlano.

Ma perché quando mi passate accanto

mi guardate in quel modo,

 e smettete di mormorare fiumi di parole sporche di me?

Cos’è, compassione? O avete paura che vi

contagi il mio dolore?

Si, bravi, state zitti, ma guardate anche da un’altra parte,

che i vostri occhi fanno male quanto il coltello che mi ha lacerato l’anima.

Sono stanco, ora voglio morire.

E il vento continua a soffiare…

 

lacrimeoz7 rosso

 

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